Incredibile: questa è la pianta più antica del mondo e potrebbe essere nel tuo giardino

Nel vasto regno vegetale esistono esemplari la cui longevità trascende le ere della storia umana. Parliamo di organismi viventi che hanno attraversato catastrofi naturali, cambiamenti climatici e interi periodi storici, rappresentando vere e proprie testimonianze della resilienza della vita sulla Terra. Se pensi che la pianta più antica del pianeta sia nascosta in luoghi remoti e irraggiungibili, potrebbe sorprenderti scoprire che tra i candidati più longevi figurano anche specie che potrebbero trovarsi, in forme simili, nei giardini più comuni.

Un viaggio nel tempo: gli alberi millenari

Tra gli alberi più celebri per la loro straordinaria longevità spicca il Pino di Matusalemme (Pinus longaeva). Questo esemplare, situato nelle White Mountains della California, è stato datato intorno al 2832 a.C., il che significa che oggi conta circa 4857 anni di vita, rendendolo probabilmente l’albero non clonato più vecchio conosciuto. La sua posizione esatta è rimasta segreta per decenni, per evitare atti di vandalismo e consentire la sua conservazione. Il suo nome si ispira a Matusalemme, il patriarca biblico simbolo di longevità[Wikipedia: Matusalemme (albero)].

Non è da meno Old Tjikko, un abete rosso localizzato in Svezia. Ciò che rende unico questo esemplare non è solo il tronco, che ha “solo” circa 600 anni, ma è il suo apparato radicale ad aver raggiunto la sorprendente età di 9.561 anni. Old Tjikko dimostra la meraviglia del meccanismo di riproduzione clonale: anche quando il tronco muore, nuove gemme emergono dalle radici secolari, garantendo la sopravvivenza della pianta per millenni.

Piante dal passato remoto: ben oltre il regno degli alberi

L’esemplare di quercia Palmer in California, secondo alcune analisi al carbonio-14, risalirebbe addirittura a 15.000 anni fa. Tuttavia, questa incredibile età si riferisce non al singolo individuo, ma a un insieme clonale, ovvero un gruppo di alberi geneticamente identici generatisi dallo stesso organismo originale. Lo stesso si può affermare per il celebre Pando, una colonia clonale di pioppo tremulo nello Utah, la cui età è stimata fino a 80.000 anni: anche se i singoli tronchi vivono “solo” per decenni o secoli, la radice comune risale a un lontanissimo passato.

Questi esempi dimostrano che, nelle strategie di sopravvivenza delle piante, la clonazione rappresenta una via maestra per superare le barriere temporali imposte all’organismo singolo individuale. Basta un germoglio resistente, alimentato dal vigoroso sistema radicale, per assicurare la continuità genetica attraverso i millenni, facendone autentici patrimoni naturali di valore inestimabile.

Nel tuo giardino: parenti illustri delle piante più antiche

Se le protagoniste del Guinness dei primati vegetali sono distribuite tra foreste remote e riserve protette, specie simili non sono affatto sconosciute nei nostri spazi verdi.

  • Le querce (genere Quercus), presenti comunemente nei parchi europei, sono tra gli alberi più longevi: alcuni esemplari superano facilmente i 1.000 anni.
  • I cipressi (Cupressus) e gli ulivi (Olea europaea), diffusi nei climi mediterranei, possono raggiungere e superare l’età di oltre 1.500 anni.
  • I tecci (Taxus baccata) sono famosi per la loro estensione temporale: alcuni individui in Europa sono stimati di età compresa tra i 2.000 e i 5.000 anni.

È dunque plausibile che il tuo giardino ospiti una “parente” delle piante più antiche della Terra, specialmente se contiene specie di lunga vita come quelle appena menzionate. Alcune varietà orticole possono derivare direttamente da specie che hanno un lignaggio risalente all’epoca dei grandi alberi millenari.

Le piante più antiche: non solo alberi

Oltre agli imponenti alberi delle foreste e delle montagne, meritano attenzione anche organismi vegetali ben diversi, come le alghe rosse (Rhodophyta). Queste – considerate una delle prime forme di vita vegetale complessa sulla Terra – possiedono una discendenza che affonda le radici in un passato remoto, fino a 1,6 miliardi di anni fa, rendendole probabilmente tra le forme di vita vegetale più antiche mai esistite.

Ma se alziamo lo sguardo, la storia si popola anche di altri “antichi colossi”, come il Jomon Sugi in Giappone, stimato tra 2.000 e 7.000 anni di età, e il Castagno dei Cento Cavalli sull’Etna, una delle più antiche e maestose piante d’Europa.

I segreti della longevità vegetale

Molti dei più antichi rappresentanti del mondo vegetale condividono alcune caratteristiche fondamentali:

  • Struttura genetica particolarmente resistente a malattie e agenti atmosferici.
  • Sistemi radicali estesi e robusti, spesso in grado di rigenerarsi anche dopo eventi traumatici.
  • Lenta crescita, che minimizza lo stress fisiologico e la necessità di risorse.
  • Riproduzione clonale, che perpetua l’organismo originario attraverso le generazioni.

Questi fattori spiegano perché determinate piante possano superare in longevità altri organismi viventi, umani compresi.

Tutela e importanza delle piante più antiche

La presenza di tali testimoni del passato arricchisce il nostro patrimonio naturale e culturale. Gli alberi più antichi rappresentano non solo un tesoro ecologico, ma una memoria vivente che va custodita gelosamente. La loro protezione è fondamentale per garantire la biodiversità e per preservare la storia evolutiva della vita terrestre.

Inoltre, la presenza di una specie antica nei nostri giardini o parchi offre spunti per riflettere sul valore del tempo e sul bisogno di rispetto nei confronti degli organismi che ci hanno preceduto di millenni, o addirittura di milioni di anni.

L’incontro con queste meraviglie del regno vegetale, che sia in una foresta californiana, su una montagna svedese, in una riserva siciliana oppure sotto casa, invita a vivere con maggiore consapevolezza la straordinaria ricchezza del mondo in cui siamo immersi.

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