Chi soffre di dermatite, in particolare di dermatite atopica, si trova spesso a dover affrontare fastidi accentuati dopo il bagno. La sensazione di irritazione cutanea è un fenomeno ricorrente che porta molte persone a domandarsi se il problema sia legato all’acqua stessa oppure a errori nelle abitudini quotidiane.
Perché il bagno può peggiorare la pelle con dermatite
Il contatto con l’acqua di per sé non è sempre dannoso per chi soffre di dermatite, ma alcuni fattori legati al modo in cui si fa il bagno possono aggravare la situazione. La temperatura eccessiva dell’acqua è tra i principali responsabili: lavarsi con acqua molto calda rimuove i grassi naturali della pelle, fondamentali per mantenere la barriera cutanea. Questo porta a maggiore secchezza, aumentata sensibilità e un peggioramento dei sintomi di dermatite, tra cui prurito, arrossamento e formazione di vesciche.
Inoltre, restare troppo a lungo immersi nell’acqua – anche tiepida – o sotto la doccia favorisce la perdita dell’umidità cutanea e può compromettere ulteriormente una pelle già fragile. Spesso si commette l’errore di credere che un bagno rilassante e prolungato abbia effetti benefici, ma per chi soffre di dermatite questa abitudine rischia di peggiorare notevolmente i sintomi.
L’errore comune: bagni troppo caldi e prolungati
L’errore che devi smettere subito, se soffri di dermatite e il bagno ti causa fastidi, è quello di seguire l’abitudine di docce o bagni molto caldi e lunghi. Questo comportamento, molto diffuso, favorisce la perdita della pellicola lipidica protettiva, lasciando la pelle indifesa e più soggetta a irritazione e prurito. Anche chi non ha una diagnosi di dermatite atopica può notare la pelle secca dopo la doccia calda, ma chi ha una pelle atopica o sensibile rischia peggioramenti significativi.
Ulteriore aggravamento si verifica se, una volta usciti dalla vasca o dalla doccia, si asciuga la pelle strofinando con vigore invece di tamponare delicatamente: anche questa azione contribuisce a lesionare ulteriormente la barriera cutanea già compromessa.
Cosa succede alla pelle con dermatite dopo il bagno
Le manifestazioni più frequenti dopo il bagno in chi soffre di dermatite includono:
- Prurito intenso e persistente che può durare diversi giorni.
- Arrossamento cutaneo e comparsa di pustole o vesciche, specialmente in caso di dermatite del bagnante causata da contaminazione microbica o da contatto con parassiti acquatici come le cercarie.
- Bruciore e sensazione di pelle che tira.
- In casi più rari: mal di testa, febbre o malessere generale associato a complicanze cutanee.
La dermatite del bagnante è un’espressione dei sintomi indotta da reazioni allergiche o infettive legate a organismi presenti in acqua, ma anche semplicemente il prolungato contatto con acqua e umidità può predisporre a complicazioni batteriche se la pelle irritata viene ulteriormente lesionata dallo sfregamento.
In piscina o al mare, anche la presenza di cloro o di sale può contribuire all’irritazione, soprattutto se non si risciacqua bene la pelle dopo il bagno.
Le buone abitudini da seguire (e quelle da evitare)
Per ridurre al minimo il rischio di peggiorare la dermatite dopo il bagno, valgono alcune regole fondamentali:
- Limitare la durata delle docce e dei bagni: non superare i 10-15 minuti.
- Utilizzare acqua tiepida, con una temperatura tra i 32 e i 37 gradi.
- Evita di sfregare con l’asciugamano; tampona la pelle delicatamente per non stressare l’epidermide sensibile.
- Applica subito dopo un emolliente o una crema idratante specifica per pelli atopiche o con dermatite, al fine di “sigillare” l’idratazione.
- Scegli detergenti delicati, preferibilmente oli detergenti privi di profumi e additivi aggressivi.
- Dopo il bagno in mare o piscina, risciacqua sempre la pelle con acqua dolce per eliminare residui di sale, cloro e possibile sabbia irritante.
- Cambia subito il costume bagnato per evitare il ristagno di umidità sulla cute, che favorisce macerazione ed eritemi.
- Evita di assumere farmaci cortisonici senza una prescrizione e un monitoraggio accurato da parte del dermatologo, poiché l’uso non corretto può portare a ulteriori danni cutanei.
- Proteggi la pelle dal sole ma senza rinunciare a una corretta esposizione: applica sempre una crema solare adatta, ipoallergenica e con fattore protettivo elevato, soprattutto su aree compromesse.
In estate, la traspirazione aumentata, la presenza di sabbia o salsedine e l’uso prolungato di costumi possono accentuare la sintomatologia; per questo una corretta igiene post-bagno è essenziale per ristabilire l’equilibrio cutaneo.
Dermatite del bagnante: attenzione ai rischi meno noti
Va ricordato che non tutte le forme di dermatite indotte dal bagno hanno la stessa origine. Oltre all’aspetto legato alla perdita della protezione lipidica, esiste una dermatite allergica o da contatto (dermatite del nuotatore), caratterizzata dalla reazione a parassiti acquatici come le cercarie. In questo caso, la manifestazione cutanea è dovuta alla penetrazione di larve microscopiche, con sintomi che includono:
- Pustole rosse e piccole vesciche localizzate soprattutto sulle zone coperte dal costume da bagno.
- Prurito intenso e bruciore che possono perdurare anche più di una settimana.
- Comparsa dei sintomi dopo alcune ore o persino giorni dall’esposizione.
La prevenzione in questi casi passa dall’evitare balneazioni in acque stagnanti o poco sicure e dal provvedere a una detersione accurata subito dopo il contatto con l’acqua, applicando prodotti lenitivi se necessario e rivolgendosi al medico per le terapie più adatte.
In sintesi, il vero errore che chi soffre di dermatite deve evitare è sottovalutare l’impatto delle proprie abitudini quotidiane nel momento del bagno. Basta correggere semplici gesti per prevenire la gran parte delle irritazioni cutanee: ridurre temperatura e durata, asciugare con delicatezza, scegliere i giusti prodotti per la detersione e idratazione, e prestare attenzione alle condizioni particolari dell’acqua.
Se nonostante le precauzioni la dermatite continua a peggiorare dopo il bagno, è sempre consigliabile consultare un dermatologo per una valutazione specifica e, se necessario, una revisione della terapia.