Non aspettare i sintomi: ecco l’esame semplice che può salvarti la vita dal tumore al colon

Ogni anno in Italia migliaia di persone ricevono una diagnosi di tumore del colon-retto, una delle principali cause di mortalità per cancro sia tra gli uomini che tra le donne. Il dato allarmante è che nella maggior parte dei casi la malattia si sviluppa in modo silenzioso, senza manifestare sintomi evidenti per lunghi periodi, fino ad arrivare a uno stadio avanzato in cui le probabilità di successo delle terapie si riducono drasticamente. Eppure, grazie a un esame semplice e non invasivo che si può svolgere comodamente a casa propria, è possibile individuare il tumore nelle sue fasi iniziali o addirittura intercettare lesioni precancerose che possono essere trattate agevolmente. La diagnosi precoce, infatti, aumenta notevolmente le possibilità di guarigione e può letteralmente salvare la vita.

Cosa rende il tumore al colon-retto così insidioso

Il carcinoma del colon-retto si origina solitamente da polipi benigni dell’intestino, chiamati adenomi, che nel tempo possono trasformarsi in neoplasie maligne. Questo processo è lento e può richiedere anche dieci anni, ma l’aspetto più pericoloso sta nell’assenza di disturbi specifici nelle fasi iniziali della malattia. Solo quando la patologia si sviluppa in maniera più aggressiva possono comparire sintomi come sanguinamento rettale, cambiamenti nell’alvo, dolore addominale e anemia. Attendere la comparsa di questi segnali equivale spesso a intervenire con ritardo, riducendo le probabilità di una cura efficace e aumentando il rischio di mortalità.

Per questa ragione la prevenzione attiva tramite programmi di screening periodico rappresenta la strategia più potente per sconfiggere la patologia: la scienza dimostra infatti che chi partecipa ai programmi di screening ha una mortalità sensibilmente più bassa rispetto a chi non lo fa. Ad esempio, nelle regioni dove lo screening è diffuso, la mortalità specifica cala addirittura del 65% negli uomini e del 54% nelle donne rispetto ai non aderenti.

Il test salva-vita: la ricerca del sangue occulto nelle feci

L’esame di riferimento per lo screening del tumore del colon-retto è la ricerca del sangue occulto nelle feci (test FOBT o SOF), un’analisi biochimica che rileva la presenza di tracce di sangue non visibili a occhio nudo in un piccolo campione di feci. Il sangue occulto può essere segnale precoce di polipi o tumori che nell’intestino sanguinano in modo minimo e intermittente. L’esame è facile, indolore e si esegue completamente a domicilio: il kit per la raccolta si ritira gratuitamente in farmacia oppure viene consegnato su invito dai servizi sanitari territoriali, generalmente a tutti le persone tra i 50 e i 74 anni. Dopo aver raccolto il campione seguendo le semplici istruzioni, basta riconsegnarlo in farmacia o presso i punti indicati.

Il test è raccomandato ogni due anni per chi si trova nella fascia di età a rischio, ma alcune linee guida internazionali propongono anche una cadenza annuale per specifiche categorie. In alcuni casi esistono varianti del test, come il FIT (Fecal Immunochemical Test), il test al guaiaco ad alta sensibilità e il test del DNA delle feci, che possono individuare non solo tracce di sangue ma anche alterazioni genetiche associate alle neoplasie.

Come funziona il programma di screening

  • Ricezione di un invito a domicilio per chi si trova nella fascia di età prevista (50-74 anni; in alcune regioni fino ai 74 anni anche senza invito).
  • Ritiro gratuito del kit presso farmacia o centri dedicati.
  • Raccolta di un piccolo campione delle proprie feci seguendo le istruzioni incluse.
  • Conservazione della provetta in frigorifero fino alla consegna (entro tre giorni dalla raccolta) nei centri di riferimento.
  • Comunicazione dell’esito a domicilio: in caso di risultato positivo sarà indicato un approfondimento con colonscopia.

Il vantaggio di questo approccio è duplice: lo screening permette non solo di intercettare i tumori in fase iniziale, quando possono essere curati con alta probabilità di successo, ma anche di prevenire la malattia identificando e rimuovendo i polipi prima che evolvano in forma maligna.

Perché non bisogna aspettare i sintomi

La prevenzione è efficace proprio perché agisce prima della comparsa dei sintomi, che arrivano spesso quando il tumore ha già raggiunto uno stadio avanzato. Dati scientifici dimostrano che la diagnosi tempestiva è fondamentale: la sopravvivenza a cinque anni supera il 90% se il tumore è localizzato ed è trattato precocemente, mentre precipita sotto il 10% se la malattia si scopre tardi, quando ormai sono presenti metastasi.

Per questo motivo ASSOLUTAMENTE non bisogna aspettare: partecipare allo screening ogni due anni nella fascia di età raccomandata è la scelta più sicura per ridurre drasticamente il rischio di morire di tumore al colon-retto. Inoltre, grazie ai processi organizzativi del Sistema Sanitario Nazionale, la partecipazione ai programmi di screening è gratuita e garantita in tutte le regioni italiane, permettendo a milioni di persone di accedere facilmente a questa importante opportunità di salute.

Oltre alla ricerca del sangue occulto, esistono altri test di nuova generazione come quelli combinati tra marker del DNA e sangue occulto, oppure modalità non invasive che aumentano la sensibilità senza aumentare il disagio per il paziente. Nel caso gli esami dovessero risultare positivi, il passo successivo è una colonscopia, che consente non solo di confermare la diagnosi ma anche di asportare direttamente gran parte dei polipi individuati, prevenendo così la possibile insorgenza del tumore.

Chi deve sottoporsi allo screening e come accedere

Il programma coinvolge uomini e donne senza sintomi specifici, normalmente nella fascia di età dai 50 ai 74 anni. In alcune regioni il limite superiore sarà esteso fino a 74 anni da nuove direttive, proprio per ampliare la copertura e offrire maggiore protezione anche agli anziani. Anche chi non ricevesse l’invito può comunque accedere autonomamente ritirando il kit in farmacia o prenotando online sui portali delle ASL.

Chi presenta familiarità per il tumore del colon-retto, ha avuto polipi o soffre di malattie croniche dell’intestino deve consultare il proprio medico per valutare l’idoneità allo screening o la necessità di eseguire direttamente una colonscopia di controllo personalizzata.

Come eseguire correttamente il test a casa

  • Leggere attentamente le istruzioni incluse nel kit.
  • Raccogliere il campione di feci (grazie alla spatolina fornita e senza contaminazioni esterne).
  • Inserire la quantità richiesta nella provetta.
  • Conservare in frigorifero fino al momento della consegna, senza superare i tre giorni.
  • Riconsegnare la provetta nei punti di raccolta indicati o in farmacia.

Grazie a questa semplice procedura, milioni di persone ogni anno possono prendere il controllo della propria salute intervenendo prima che sia troppo tardi.

Non attendere dunque che compaiano sintomi: la diagnosi precoce attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci è lo strumento principale per ridurre la mortalità e prevenire una delle più temibili neoplasie del nostro tempo. Partecipare allo screening è una scelta di responsabilità verso se stessi e le persone care, e oggi più che mai rappresenta la chiave per una vita lunga e sana.

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